Pomodorino d'oro Mutti Premiazione

ASIPO premiata alla 20° Edizione del Pomodorino d’Oro

Esprimiamo le più sentite congratulazioni ai Soci che sono entrati nella classifica della 20° Edizione del Pomodorino d’Oro, il premio che annualmente la ditta Mutti S.p.A. riconosce agli agricoltori conferenti che hanno consegnato il miglior pomodoro nel corso della campagna.

Sono 15 i soci in classifica. Siamo orgogliosi di poter dire che i primi 3 in classifica sono i nostri soci:

  1. FRANZONI LUCIANO;
  2. AGR. SCHIENA FRANCO, PIETRO E LUCIANO S.S.;
  3. RICALI GIORGIO E MARINA S.S.;


Progetto CREA “RICERCA E INNOVAZIONE SUL POMODORO DA INDUSTRIA: IL PROGETTO DI ITALIA ORTOFRUTTA E CREA”

Si è concluso il primo anno di attività del progetto biennale di ricerca applicata “Tecniche agronomiche innovative per elevare il contenuto di sostanza secca ed il grado brix nel pomodoro da industria” con la responsabilità scientifica del CREA OF Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano e coordinato da Italia Ortofrutta Unione Nazionale e co-finanziato da 11 Organizzazioni dei Produttori del comparto associate all’Unione (Italia Ortofrutta, APOPA, AOA, APOC Salerno, OP Terra Orti, Assodaunia, OP Mediterraneo, OP Ortofrutta Sol Sud, Asport, OP Ferrara, AS.I.P.O, APO Gargano).

Migliorare la qualità del pomodoro da industria in termini di contenuto in solidi solubili (grado Brix) e solidi totali (residuo secco) mediante innovazioni nelle tecniche di coltivazione in campo e trasferire i risultati di una ricerca scientifica ad “ad hoc” alle OP del comparto per aumentare la competitività delle aziende sul mercato e la valorizzazione del prodotto venendo incontro alle richieste dell’industria di trasformazione e del consumatore, sono queste le finalità operative del progetto di ricerca applicata.

“Siamo sempre stati convinti – spiega Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – della necessità di avere un legame più stretto tra il mondo produttivo e quello della ricerca applicata necessario per introdurre innovazioni che aiutino le nostre OP a competere ed a realizzare un prodotto migliore”.

“E’ per questo – prosegue Falconi – che utilizzando l’opportunità della misura 4 ‘Ricerca e produzione sperimentale’ dei programmi operativi abbiamo raccolto i fabbisogni di ricerca dei nostri associati e stimolato la realizzazione di un progetto di miglioramento della qualità che coinvolgesse un elevato numero di OP e che facesse comunicare, attraverso la costituzione di una apposita cabina di regia, coordinata dalla Unione, il mondo della ricerca con quello della produzione”.

Le prove sperimentali sono state realizzate su terreni ubicati in tre ambiti rappresentativi dei diversi areali di coltivazione del pomodoro da industria ovvero Emilia Romagna, Campania e Puglia in cui sono state svolte le seguenti attività: apporti (ulteriori) di potassio per via fogliare, utilizzo di antitraspiranti e biostimolanti a base di molecole attive o di microrganismi, gestione controllata dell’irrigazione e confronto varietale tra ibridi, di recente immissione sul mercato e altri di riferimento, già ampiamente utilizzati, negli ambienti di prova.

“Considerando le condizioni climatiche non favorevoli alle coltivazioni (temperature decisamente basse fino a metà giugno seguite da impennate di caldo eccessivo, fino a fine coltura, in tutti e tre gli ambienti, e abbondanti e frequenti piogge, ad inizio ciclo, per gli areali della Campania ed Emilia Romagna) – afferma Mario Parisi, ricercatore CREA OF di Pontecagnano e responsabile scientifico del progetto – le produzioni registrate nei tre siti di prova sono in risultate in linea con l’andamento della campagna pomodoricola del 2019: decisamente negativo in Campania per i trapianti precoci, eccellente a Foggia (e in altri areali del Meridione), buono nell’area parmense, importante bacino pomodoricolo del Nord Italia.

“Un ringraziamento particolare va alle 11 O.P. che hanno creduto nel progetto e soprattutto ai responsabili tecnici delle OP che insieme ai loro rispettivi staff tecnici hanno fatto squadra e condotto le prove sperimentali con dedizione e passione” aggiunge Parisi.

Davide Previati, responsabile tecnico dell’OP ASIPO, è stato particolarmente impegnato per le prove dell’areale del nord Italia. Previati dichiara: “E’ stato un lavoro impegnativo e meticoloso dal punto di vista scientifico, ma è così che si fa sperimentazione in un’agricoltura che vuole progredire e stare al passo con i tempi; è mia premura inoltre ringraziare tutto lo staff di tecnici che ha collaborato con me senza il quale non sarebbe stato possibile portare a termine la sperimentazione”.

Anche Giuseppe Caruso della OP APOPA, impegnato nella prova di Marigliano (provincia di Napoli), esprime soddisfazione per il lavoro di questa prima annualità: “Il contesto climatico ambientale di questa annata non è stato dei più favorevoli per la coltivazione del pomodoro ma, se vogliamo perseguire il trasferimento delle innovazioni è necessario che le prove vengano fatte nelle stesse condizioni in cui si trovano ad operare i nostri produttori”.

Soddisfazione viene espressa anche da Michele Iacullo dell’OP Ortofrutta Sol Sud che ha condotto le prove nell’areale di Foggia: “Mi occupo di pomodoro e di coltivazioni da sempre, sono per natura curioso e portato a cercare sempre nuove tecniche. Questo progetto mi ha consentito di confrontarmi ancora di più con i colleghi di altre zone di produzione e con i tecnici dei nostri istituti di ricerca. Se veramente riuscissimo ad avere un maggiore scambio con tali Enti sicuramente il nostro settore potrebbe progredire più velocemente”.


Analisi Campagna 2019

È stata una campagna complicata: le rese per ettaro sono state complessivamente basse e, in molti casi, il maggior prezzo ottenuto per il 2019 non ha compensato in termini di Produzione Lorda Vendibile (PLV).

Si è partiti con i trapianti nella prima settimana di aprile, con una situazione pedoclimatica favorevole e con terreni ben preparati, poi a maggio abbiamo subito piogge intense e ravvicinate che, in molti areali del Nord Italia, hanno imposto la sospensione dei trapianti nel periodo compreso tra il 15 ed il 20/25 maggio. Questa situazione ha fatto si ché oltre il 20% della superficie pianificata sia andata a dimora nel mese di giugno con operazioni protratte anche sino al 15-20 di giugno.

Infine, dopo piogge e basse temperature, vi è stata l’esplosione del caldo di Luglio con punte nettamente al di sopra delle medie stagionali.

I trapianti precoci, effettuati dai primi di aprile alla fine del mese, hanno subito un deciso ritorno di freddo proprio nella parte finale del mese con temperature notturne prossime allo zero. Per questa ragione molte piantine non si sono sviluppate secondo la norma ed hanno evidenziato qualche problema fitosanitario come la batteriosi e, successivamente, l’alternaria. In termini di risultati la produzione è stata scarsa pur mantenendo una buona qualità a parte con qualche piccola riduzione di colore in alcune varietà.

La resa media dei precoci è stata tra i 450 e i 500 quintali per ettaro, quando in genere si attesta tra i 550-600 quintali per ettaro.

I trapianti medi (periodo di maggio) sono quelli che, come preannunciato, hanno sofferto maggiormente le continue ed intense piogge, con slittamenti di maturazione a giugno.

Ciò che è stato messo a dimora nella prima quindicina di maggio si è comunque sviluppato in condizioni normali per cui ha offerto buone rese (oltre 700 quintali per ettaro) ed ottima qualità.

Per quanto riguarda i trapianti tardivi (fine maggio e giugno) molte varietà, provenienti dalla pianificazione di maggio slittata in avanti, evidenziavano un ciclo colturale lungo (110-120 giorni) e le piogge, gli abbassamenti delle temperature, specialmente le notturne, e la riduzione del fotoperiodo di settembre hanno impedito una maturazione uniforme con conseguente perdita di resa dovuta ad un prodotto immaturo e verde, valutabile al 40% con rese medie ottenute di 600-650 quintali per ettaro.

La produzione finale di ASIPO nel corso dell’annata 2019, rispetto al quantitativo contrattato, è di circa – 19%, dovuta principalmente alle problematiche climatiche e ad un incremento delle calamità quali eccesso idrico e grandine abbattutesi, in maniera molto più significativa rispetto al passato, principalmente sul territorio piacentino.

Del circa 19% di ammanco, una quota stimabile al 9% è dovuta alle calamità, mentre il restante 10% a difformità di maturazione e/o limitato sviluppo vegetativo e ad una resa contrattuale cautelativa.

Dal punto di vista fitosanitario abbiamo registrato la lieve riduzione della pressione del ragnetto rosso (Tetranychus Urticae), specie nell’areale pedecollianre piacentino, grazie anche all’efficace profilassi di contrasto messa a punto con il Consorzio Fitosanitario e l’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia.

Per quanto riguarda le malattie fungine non si sono evidenziate problematiche particolari se non la leggera presenza di alternaria negli impianti precoci e di peronospora a fine stagione (periodo settembre – ottobre) dovuta alle piogge del periodo.