Buona parte della produzione di pomodoro trova una destinazione alla trasformazione industriale e l’Italia ha una posizione fondamentale in questo settore essendo uno dei maggiori produttori mondiali di trasformati di pomodoro e tra i primi esportatori mondiali di polpe e pelati.

Dal pomodoro possiamo ottenere succo da bere, concentrati, passata, pelati, polpe, cubettati, triturati e diversi prodotti essiccati (come fiocchi e polveri).

La qualità di questi prodotti industriali è il risultato delle condizioni di vari componenti dell’intera filiera: produzione agricola, raccolta e trasporto, tecnologie di trasformazione, conservazione e distribuzione.

I nostri produttori selezionano e s’impegnano ogni anno a coltivare e consegnare alle industrie un prodotto sano, maturo, ricco di carotenoidi e altre sostanze funzionali alla salute dell’uomo, che conferiscono al prodotto finito l’intensità desiderata di colore e sapore. Con la minor incidenza possibile di frutti verdi, spaccati o con altre caratteristiche indesiderate.

A seconda del derivato da ottenere, serviranno frutti delle dimensioni e dello spessore di polpa adeguati. Serviranno anche frutti con specifici contenuti di pectine, cellulosa e pH.

Tutto questo richiede una profonda conoscenza della coltura e delle diverse varietà.

Importante è anche il coordinamento delle fasi di raccolta e trasporto del prodotto dal campo all’industria. Questi passaggi devono essere brevi, perché il prodotto conservi le sue caratteristiche qualitative ed organolettiche.

Infine, ma non per importanza, devono essere impiegati i migliori processi tecnologici disponibili per ottenere prodotti di elevata qualità organolettica e che conservino gli elementi nutritivi del frutto nel prodotto finito.

Fonte: “Il Pomodoro”, della collana “Coltura&Cultura”, sito web: https://www.colturaecultura.it/pomodoro