È stata una campagna complicata: le rese per ettaro sono state complessivamente basse e, in molti casi, il maggior prezzo ottenuto per il 2019 non ha compensato in termini di Produzione Lorda Vendibile (PLV).

Si è partiti con i trapianti nella prima settimana di aprile, con una situazione pedoclimatica favorevole e con terreni ben preparati, poi a maggio abbiamo subito piogge intense e ravvicinate che, in molti areali del Nord Italia, hanno imposto la sospensione dei trapianti nel periodo compreso tra il 15 ed il 20/25 maggio. Questa situazione ha fatto si ché oltre il 20% della superficie pianificata sia andata a dimora nel mese di giugno con operazioni protratte anche sino al 15-20 di giugno.

Infine, dopo piogge e basse temperature, vi è stata l’esplosione del caldo di Luglio con punte nettamente al di sopra delle medie stagionali.

I trapianti precoci, effettuati dai primi di aprile alla fine del mese, hanno subito un deciso ritorno di freddo proprio nella parte finale del mese con temperature notturne prossime allo zero. Per questa ragione molte piantine non si sono sviluppate secondo la norma ed hanno evidenziato qualche problema fitosanitario come la batteriosi e, successivamente, l’alternaria. In termini di risultati la produzione è stata scarsa pur mantenendo una buona qualità a parte con qualche piccola riduzione di colore in alcune varietà.

La resa media dei precoci è stata tra i 450 e i 500 quintali per ettaro, quando in genere si attesta tra i 550-600 quintali per ettaro.

I trapianti medi (periodo di maggio) sono quelli che, come preannunciato, hanno sofferto maggiormente le continue ed intense piogge, con slittamenti di maturazione a giugno.

Ciò che è stato messo a dimora nella prima quindicina di maggio si è comunque sviluppato in condizioni normali per cui ha offerto buone rese (oltre 700 quintali per ettaro) ed ottima qualità.

Per quanto riguarda i trapianti tardivi (fine maggio e giugno) molte varietà, provenienti dalla pianificazione di maggio slittata in avanti, evidenziavano un ciclo colturale lungo (110-120 giorni) e le piogge, gli abbassamenti delle temperature, specialmente le notturne, e la riduzione del fotoperiodo di settembre hanno impedito una maturazione uniforme con conseguente perdita di resa dovuta ad un prodotto immaturo e verde, valutabile al 40% con rese medie ottenute di 600-650 quintali per ettaro.

La produzione finale di ASIPO nel corso dell’annata 2019, rispetto al quantitativo contrattato, è di circa – 19%, dovuta principalmente alle problematiche climatiche e ad un incremento delle calamità quali eccesso idrico e grandine abbattutesi, in maniera molto più significativa rispetto al passato, principalmente sul territorio piacentino.

Del circa 19% di ammanco, una quota stimabile al 9% è dovuta alle calamità, mentre il restante 10% a difformità di maturazione e/o limitato sviluppo vegetativo e ad una resa contrattuale cautelativa.

Dal punto di vista fitosanitario abbiamo registrato la lieve riduzione della pressione del ragnetto rosso (Tetranychus Urticae), specie nell’areale pedecollianre piacentino, grazie anche all’efficace profilassi di contrasto messa a punto con il Consorzio Fitosanitario e l’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia.

Per quanto riguarda le malattie fungine non si sono evidenziate problematiche particolari se non la leggera presenza di alternaria negli impianti precoci e di peronospora a fine stagione (periodo settembre – ottobre) dovuta alle piogge del periodo.